Scenderai da quella scala,
ti siederai vicino a me.
Il viso stanco
come se ti fosse franato il mondo addosso.
Non ti senti più una fortezza
ma una foglia strappata da un ramo.
Gli occhi persi
mentre sei raccolto nella tua solitudine.
Osservo la tua persona,
guardiamo insieme il sole sorgere.
Mentre sul tuo viso si disegna la vecchiaia,
non vi è però il bisogno di sparire.
Le tue mani tremanti si poseranno sui poggioli,
forse hai calcolato tutto fino alla perfezione.
La poesia è vita e, come tale, si alimenta in tutto ciò che è emozione, amore, sofferenza, gioia, speranza, nel rapporto e nell’impatto tra l’io e il mondo esterno. Diventa comunicazione, sogno, denuncia, ribellione e da’ voce anche al silenzio.
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