Tu puoi sentirmi sulla pelle,
candida la mia mano scivola sui fianchi.
Aprimi le porte dell'Inferno,
lascio cadere le mie monete.
Guardami negli occhi,
non c'è niente di buono in me.
Cerco dolore nelle persone,
avvolgo con gioia il mio mondo d'odio.
Aprimi le porte del tuo mondo,
lasciami scivolare dentro fino a farti male.
Cerco il pianto di dolore
nel vuoto triste delle persone.
Guardami,
io non ho un cuore.
Aprimi il tuo Inferno
ed incoronami come l'incubo che ti sovrasta.
La poesia è vita e, come tale, si alimenta in tutto ciò che è emozione, amore, sofferenza, gioia, speranza, nel rapporto e nell’impatto tra l’io e il mondo esterno. Diventa comunicazione, sogno, denuncia, ribellione e da’ voce anche al silenzio.
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