Sei ancora lì
dentro quattro mura.
Prigioniera
di un carnefice.
Le gambe troppo stanche per correre,
hai rinunciato anche al sorriso.
Fragile
come il respiro la notte prima di smettere di piangere.
Sei ancora lì
vittima delle paure,
vittima delle insicurezze.
Prendere e partire
è ancora possibile.
Lasciare tutto il veleno dietro la porta,
fuggire sul primo vagone guidato dal vento.
Lasciare tutte le ferite
e prendere per mano la propria libertà.
Nessun commento:
Posta un commento