Ho incrociato il tuo sguardo
dietro gli angoli della città.
Mi sono perso negli occhi,
ci sono scivolato dentro.
Hai il deserto davanti a te,
le tue labbra asciutte
e in ostaggio.
Sono segregate dietro uno strato nero
e sottile di stoffa.
Bramano ardentemente di trovare acqua fresca
sorgente di vita nuova con cui placare la tua sete.
Dietro veli
nascondi la tua identità.
Codice che vieta
di trovare la tua libertà.
Le tue orme che sono la prova unica
e tangibile della tua presenza,
si perdono tra la folla indifferente ed ostile.
Due diverse realtà
s'intrecciano
e provano a convivere.
Due mondi a confronto
la cui pace è una incognita.
Chissà se un giorno
ci ritroveremo sullo stesso percorso.
Chissà se un giorno
le distanze lasceranno il passo alla condivisione.
Hai due occhi tristi
e rigonfi di rabbia che chiedono aiuto
e tu come un fantasma ti aggiri inquieto
per le strade di Kabul alla ricerca di quella verità
che non troverai mai perché,
qui conta la legge degli uomini
e non quella giusta e buona di Allah.
Velo nero che copre
la luce del sole.
La tua vita è una condanna
e passa come tra catene e pareti d'aria.
Dietro quel velo
quanti sogni custoditi dietro lividi.
Le ferite che nascondi dietro il burqa fanno male,
ma fanno ancor più male i ricordi carichi di odio
e di violenza cicatrici indelebili dell' anima.
Cicatrici coperte,
lacrime segrete.
Dietro quei lineamenti
il punto di contatto tra onde diverse.
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